Regione, centinaia di lavoratori in bilico
La preoccupazione dei sindacati per il futuro dei dipenednti con
contratto a termine che rischiano il posto tra tagli ai costi della
politica e spending review
Sono tanti, centinaia. Sono i lavoratori precari (o i collaboratori
contrattualizzati) che operano a diverso titolo in Regione Piemonte e
negli enti strumentali a lei collegati. E che adesso, tra tagli ai costi
della politica, spending review nazionali e locali, rischiano di
rimanere a casa. Disoccupati, magari dopo anni di servizio e a un'età
(molti hanno più di quarant'anni) in cui trovare un'altra occupazione è
difficile.
È già successo: negli enti parco riformati tra fine 2011 e
inizio 2012 alcuni contratti a termine, a operatori che avevano vinto
un regolare concorso e che lavoravano da anni, non sono stati rinnovati.
Nei prossimi mesi rischia di ripetersi con numeri ben più rilevanti. Si
può partire dalle conseguenza dei tagli ai costi della politica. Se
davvero diventerà realtà la riduzione del 90 per cento dei fondi
destinati ai gruppi regionali annunciata l'altro giorno dal governo il
destino della 120 persone che oggi lavorano a Palazzo Lascaris con i
partiti è segnato. Non di tutti, perché quelli che sono dipendenti
regionali in aspettativa dovrebbero tornare ad altre mansioni. Ma per 60
o 70 che hanno contratti a termine della durata della legislatura, non
ci sarebbe scampo. Una cospicua riduzione potrebbe colpire anche i 90
staffisti degli assessori.
I numeri si fanno più imponenti se si esce
fuori dai palazzi: la riforma delle comunità montane apre un grande
interrogativo sul destino dei circa 500 dipendenti in Piemonte.
Dovrebbero andare in altri enti locali, ma per ora nulla è stabilito con precisione. Con loro sono a rischio
circa 200 operai forestali: tutti con contratti a termine e per i quali
quest'anno l'assessore Claudio Sacchetto ha trovato i fondi necessari
solo agli inizi dell'estate. Sarà così anche il prossimo? Rischiano
anche i lavoratori dell'Ipla, una quarantina che da alcuni mesi ricevano
stipendi ridotti e a singhiozzo. Lo stesso ente per cui lavorano
potrebbe essere chiuso.
Tornando nei palazzi, c'è la grana dei 203
precari che operano nei gangli della Regione, dopo aver sostenuto
regolare concorso e il cui destino è di perenne incertezza. Qualche mese
fa sembravano già fuori, poi per fortuna i loro contratti sono stati
prolungati fino a dicembre 2013. Alla luce dei tagli annunciati e delle
voci che circolano (il consulente di Cota e dell'assessore al Personale
Giovanna Quaglia l'ex manager Fiat Ferruccio Luppi avrebbe già fatto
sapere ai sindacati di pensare ad esuberi pari al 35 per cento nel
personale della Regione e degli enti collegati, circa 8500 persone in
tutto) sembra difficile che dopo il dicembre del prossimo anno ci sia
posto per loro. E altre grane potrebbero arrivare dalla riforma del Csi,
l'azienda informatica in pratica controllata dalla Regione. "Non
vogliamo allarmare nessuno - dice Domenico Amato, della Cgil, e
coordinatore Rsu della Regione - ma la preoccupazione c'è. Il rischio è
quello che, a cascata, dai tagli dei collaboratori si passi ai precari
negli enti collegati, poi a quelli del centro. E che infine si arrivi ai
dipendenti. Noi abbiamo chiesto chiarezza sulla spending review
regionale, ma finora nessuno ci ha detto nulla".M. Trabucco su La Repubblica, 8 ottobre 2012
http://torino.repubblica.it/cronaca/2012/10/08/news/regione_a_rischio_centinaia_di_precari-44085622/?ref=search
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