giovedì 31 gennaio 2013

31 Gennaio 2012, 31 Gennaio 2013: un anno dopo

Era il 31 gennaio 2012, quando il rombo di alcune motoseghe rompeva il silenzio di fronte a Palazzo Lascaris. Voci, tamburi e fischietti chiedevano a gran voce la riassunzione per gli operai stagionali e garanzia occupazionale in genere per il settore. E' passato un anno, una stagione, e dunque?
Di tante parole e soluzioni intraprese cosa ne è rimasto? Qualcuno si ricorda ancora di centinaia di famiglie e del dissesto idrogeologico?
Oggi rivediamo qualche video, come per un giorno della memoria...per non dimenticare... 



Infine, un ricordo particolare va a chi, tra i Consiglieri non aveva gradito alcuni cori, alla luce dei recenti fatti di spese folli e peculato, che han portato la Guardia di Finanza a compiere i loro approfondimenti tra settembre e dicembre 2012. I cori però erano di Gennaio

!

6 commenti:

  1. bravi!!! è il momento di ripubblicare tutte le promesse e le certezze dateci da consiglieri di vari schieramenti, esattamente un anno fa. Ricordo : i soldi ci sono per i prossimi anni, li prendiamo dai canoni idrici..... Con firme in calce; quindi con valore di impegno , contratto... Staremo a vedere. Ricordiamoci che siamo centinaia, ed è un attimo con 10 euro a testa fare una class-action.

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  2. Ciao Alvi!
    Ovunque si provi ad ascoltare, tra i colleghi e qualche sindacalista delegato, si sente solo il silenzio...
    Pare che i più siano sereni, pare...o forse inconsapevolmente a proprio agio nell'incertezza...
    O siamo noi a preoccuparci anzitempo?
    L'anno scorso eravamo già sul piede di guerra (a Gennaio per iniziare a Maggio) quest'anno invece, quando sapremo qualcosa?

    Sempre uniti Colleghi!

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    1. Bisogna costringere chi ha sottoscritto impegni a mantenerli. Vedi le risorse dai canoni idrici. Che fine hanno fatto?
      I sindacati devono smetterla di aprire sconsolatamente le braccia e dire che non ci sono punti di riferimento e che non sanno più che fare. I politicanti ora sono troppo impegnati nella corsa per la poltrona e nel gioco del salto della quaglia e dei lavoratori ne fanno solo uso per la campagna elettorale. Ma i più squallidi siamo noi incapaci di unirci, di solidarizzare, di lottare davvero costringendo i sindacati a fare le azioni che normalmente si fanno in queste circostanze organizzare dei presidi permanenti, rendere pubblica in tutti i modi la situazione. Questo dipenderebbe da noi. Ma ormai siamo solo capaci di aspettare, di lamentarci, di delegare senza agire, le sorti della nostra vita. Così non si va da nessuna parte. Un saluto.
      Vittorio.

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    2. Parole sante:
      "Ma i più squallidi siamo noi incapaci di unirci, di solidarizzare, di lottare davvero costringendo i sindacati a fare le azioni che normalmente si fanno in queste circostanze organizzare dei presidi permanenti, rendere pubblica in tutti i modi la situazione. Questo dipenderebbe da noi. Ma ormai siamo solo capaci di aspettare, di lamentarci, di delegare senza agire, le sorti della nostra vita. Così non si va da nessuna parte."

      E allora Colleghi, vogliamo riflettere su tali parole e uscire dal torpore che troppo spesso caratterizza il lavoratore consentendo il gioco altrui?

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  3. Domenica metterò un granello di sabbia nell'ingranaggio.

    FF

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  4. Salve il ho fatto domanda il 14 marzo ad oggi risulta ancora in lavorazione come mai

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