domenica 16 novembre 2014

Stati generali contro il dissesto idrogeologico

L'assessore alla Difesa del suolo F. Balocco (a sinistra..)
La Regione intende convocare in tempi brevi gli Stati generali contro il dissesto idrogeologico del Piemonte, in modo da riunire in un unico percorso tutti gli enti, le amministrazioni e le associazioni impegnate nella mitigazione del rischio rappresentato da frane e alluvioni.
A darne l’annuncio è l’assessore regionale alla Difesa del suolo, Francesco Balocco, secondo il
quale «è necessario anche un cambio di mentalità e di approccio complessivo. La realizzazione di argini non sempre si è rivelata la soluzione migliore perché, se risolve il problema in un determinato punto, magari lo sposta un po’ più a valle. Occorre intervenire con nuove modalità di pulizia e assetto degli alvei dei fiumi e, in casi estremi, valutare l’opportunità di riallocare strutture abitative a rischio».
A questo proposito Regione, Protezione civile, Autorità di bacino. Aipo, Comuni e volontari di Protezione civile contribuiranno all’elaborazio ne dei progetti riguardanti il Piemonte che saranno inse-
riti nella programmazione settennale prevista dal Governo, partendo da quelli, numerosi, già esistenti ma che non sono stati finanziati per mancanza di fondi.
Riguardo a tale piano, che prevede di stanziare cinque miliardi dai fondi strutturali Ue e due dal cofinanziamento delle Regioni, Balocco, intervenendo l’11 novembre a Romaall’incontro “Fuori dal fango! Gli Stati generali contro il dissesto idrogeologico”, ha sostenuto che «occorre coordinare gli interventi e fare in modo che nei confronti di Bruxelles ci sia un unico interlocutore che funga da catalizzatore dei vari progetti e presenti un piano organico e coerente. E’ fondamentale indicare un modello che preveda nuove normative, procedure più snelle e strumenti per eliminare ritardi, inerzie e incuria e dare concretezza all’opera pubblica prioritaria: la prevenzione e la riduzione del rischio idrogeologico, anche attraverso l’attribuzione di poteri più ampi presidenti-commissari regionali».

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