venerdì 22 gennaio 2016

Carissimi colleghi forestali....

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

Carissimi colleghi forestali, mi hanno informata della bagarre suscitata dalla pubblicazione su questo blog della lettera all'assessore Valmaggia.
Ero presente quando è stata lanciata l'idea di creare questo sito per scambiare le scarse notizie relative al lavoro, ai contratti, e mi era sembrata una buona idea, ma sono vecchia abbastanza per non considerare un sito come il luogo privilegiato della comunicazione e della formazione del giudizio, conseguentemente, se mi è parsa buona cosa la pubblicazione della lettera, non ho verificato che fosse stata inserita come iniziativa della CGIL.
Dopo l'ultimo incontro dell'Osservatorio conclusosi in niente, noi del Vivaio di Albano, abbiamo cercato in tutti i modi di convocare un'assemblea unica di tutti i lavoratori della VC/BI per trovare le modalità per uscire dalla situazione di stallo in cui ci troviamo, non solo rispetto al rinnovo dei contratti, ma soprattutto rispetto alla riforma della pubblica amministrazione, che ci riporta a cinque provincie
(5 dirigenti) e un coordinatore con funzioni di datore di lavoro, più un "assistente spirituale" per i vivai, e a non sapere nemmeno con che modalità i TD verranno riassunti. Chi come me ha avuto l'avventura di aver bisogno di una firma del datore di lavoro, tra luglio e settembre, ha dovuto attendere tre mesi, perchè non si sapeva più chi firmava cosa.
Le nostre sollecitazioni ai segretari FAI e FLAI per convocare un'assemblea unica, non hanno portato a nulla, perchè nel frattempo era partito il rinnovo del CCNL degli alimentaristi, con la girandola di viaggi a Roma e assemblee locali, per cui non c'era mai il giorno giusto (la "cativa lavandera" insegna) e nel frattempo i TD rimanevano a casa.
Da qui l'iniziativa di scrivere almeno una lettera di protesta all'Assessore, e poichè nel frattempo era stata approvata la riforma degli enti locali, anche al presidente Chiamparino, e alle OOSS territoriali (intendo la Camera del lavoro ed equivalenti), perchè sono coinvolte più categorie di lavoratori. Certo, ho scritto io, con l'apporto e le correzioni dei colleghi il testo, e cosa penso lo sanno tutti, per averlo sentito  in ogni incontro e assemblea, ma è firmata da tutti: iscritti e non iscritti, perchè l'iscrizione ad un sindacato non è segno di aver rinunciato alle proprie funzioni cerebrali, ma di voler costruire solidarietà.
Da qui il tentativo di voler informare tutti, anche tramite il blog, perchè, come è facile immaginare, non è semplice raggiungere persone che non si sa dove abitano, o delle quali non si hanno i numeri di telefono, raggiungerli singolarmente, intendo.
Vorrei rassicurare la signora Piccioni, della quale apprezzo di aver firmato il testo, e soprattutto apprezzo la chiarezza del testo pubblicato sul sito della regione riguardante il lavoro degli operai forestali. Tuttavia, l'informo che ho stampato la sua arringa per rileggergliela al prossimo incontro sulla sicurezza, alla prima sparata contro qualche malcapitato che per aver chiesto informazioni è accusato di non aver voglia di lavorare, o di essere un attaccabrighe. Naturalmente il riferimento non era lei, ma le lamentele che si sentono in ogni assemblea.
Vorrei rassicurare anche il "coretto delle sue squadre a corredo" o i problematici della CISL, che non è più tempo di fare fumo o di stracciarsi le vesti, ci sono fior di professionisti nel fare questo. Quando una situazione frana,  travolge tutti, anche chi pensava di essere relativamente al sicuro.
Vorrei ricordare a tutti che <<non ci sono alternative>> era un motto di M. Tatcher, che lasciò a casa i minatori del Galles senza ammortizzatori sociali e liquidò lo stato sociale inglese, o ai più giovani, che con quella stessa motivazione ci hanno rifilato, per esempio, la legge Fornero.
Le alternative ci sono sempre, basta decidere che cosa si vuole salvare: rinunciare a qualcosa (es. premi, benefit) per tirare la coperta su tutti o il si salvi chi può?; scegliere lo schema organizzativo più garantista per tutti o rinforzare il proprio fortino perchè ci perdo nella carriera, o poi magari mi spostano o mi cambiano incarico?; difendere le aspettative dei lavoratori, o non fare mosse, perchè poi magari qualcuno si ricorda dei distacchi e dei permessi?
Svegliamoci: quando un sentiero è senza uscita, o interrotto, è superfluo disquisire su chi ha pensato di passare di lì, quello che serve è avere un orizzonte più ampio per riscoprire dove passa il sentiero giusto

Adelia Barbero



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