giovedì 5 aprile 2012

Di Febbraio, la lettera del collega Massimiliano



Risalente al mese di Febbraio 2012, meritava la pubblicazione la bella e significativa lettera del collega Massimiliano, pubblicata dalla redazione di radiogold emittente di Alessandria e provincia:

'Sono Stella Massimiliano, sono un operaio forestale da 9 anni, quando ho iniziato a fare questo lavoro usavo solo la roncola, oggi sono un istruttore di ingegneria naturalistica. Sono sempre stato mosso dalla passione per questo lavoro e come per i miei colleghi, è la nostra unica professione e fonte di reddito, specifico questo per sottolineare il fatto che oggi chi fa questa professione non lo fa più per integrare la propria attività agricola come è stato nel dopo guerra e fino a metà degli anni 90. Il nostro settore è cresciuto e i boscaioli con esso: ci vogliono anni di esperienza, abbinata a formazione continua, capacità di lavorare in squadra e affiatamento. Negli ultimi 7 anni abbiamo svolto una media di 770 interventi annui su tutto il territorio collinare e montano piemontese, suddivisi in sentieri, piste, rii, interventi forestali, aree verdi e interventi di ingegneria naturalistica. Questi obiettivi si sono raggiunti  grazie al lavoro di 270 operai forestali stagionali circa e altrettanti fissi ben lontani dai 10.000 di altre Regioni e dall'assistenzialismo che qualcuno invoca nella più totale ignoranza dei fatti che potrebbero smentire qui al mio posto moltissimi sindaci, i quiali ci fermano per strada per chiederci quando andremo da loro e quanti giorni ci potremo fermare nel loro comune. La Regione dal 2003 ha effettuato 1125 gg di formazione in abbattimento e dal 2007 116 gg in ingegneria naturalistica.  Il taglio di 8.200.000/oo che volete applicare al nostro settore vuol dire lasciare a casa tutti gli stagionali e attaccare alla canna del gas quello che resterà, con il conseguente stallo dell'intero settore che non riuscirà a far fronte alle richieste di intervento anche prioritarie per la prevenzione su rii e corsi d'acqua già previsti per il 2012 , oltre a non aprire i vivai, né garantire l'ordinaria manutenzione e vi accollerete le responsabilità e i costi di eventuali ripercussioni.
Tagliare nel nostro settore da un risparmio immediato, ma successivamente con quali soldi farà fronte un'amministrazione, con i cordoni già al limite, a eventuali calamità naturali   alla perdita nel turismo tanto caro al nostro territorio? Voi e le vostre famiglie non troverete più sentieri puliti per le vostre passeggiate in montagna o non potrete più fermarvi a mangiare un panino nelle aree attrezzate realizzate da noi con il costo di 4 tavole di legno e qualche vite. Gli agricoltori, quasi ignari oggi della nostra esistenza,  si accorgeranno presto di non poter più andare con i loro trattori o mietitrebbie attraverso strade fino ad oggi mantenute  periodicamente pulite da rami o piante coricate fino ad un'altezza di 4-5 metri.
Vi è mai capitato di provare con grande volontà a fare delle riparazioni in casa, tipo un lavandino o qualsiasi altra cosa e dopo aver già speso tempo, soldi e benzina, trovarvi comunque costretti a chiamare un professionista per risolvere il problema? Bene noi siamo quei professionisti. Vi chiediamo solo di essere usati anche in questo caso come strumento già vostro senza spese aggiuntive,come è avvenuto nello scorso 2011 a Capriglio, dove, dopo una tromba d'aria che ammucchiò un impressionante numero di piante bloccando delle strade comunali, due nostre squadre intervennero subito dopo i pompieri, lavorarono per 10 gg e riaprirono la viabilità. O come per la scampata alluvione del novembre 2011 quando siamo stati precettati. Tutto questo per dire che la volontà a volte non basta. Per intervenire in zone pericolose bisogna fidarsi dei colleghi, essere formati, attrezzati e sapere cosa fare.
Siamo qui a chiedervi non solo di non lasciarci a casa, ma di essere ancora di più le braccia della Regione che arrivavano a contatto con il territorio e i piccoli comuni, che mai come oggi hanno bisogno di noi per una tutela e salvaguardia del territorio, per non incorrere in grandi spese di ricostruzione dopo eventi calamitosi e qualora capitassero, saremmo contenti di contribuire con la nostra professionalità alla soluzione più rapida, incisiva ed economica che la Regione possa ottenere.
Ultima nota che credo utile precisare e che noi siamo precari anomali, cioè, veniamo assunti e licenziati tutti gli anni (alcuni da 20 o 30 anni), qundi senza ammortizatori sociali. Ma come mi sembra chiaro da quello che ho detto non li vogliamo, noi vogliamo lavorare'.

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