Già sperimentata in Francia, in Portogallo, Australia ed in alcune
Regioni italiane, la tecnica del fuoco pescritto presto diventerà prassi
anche in Piemonte.
Proprio alla pratica e alle caratteristiche di questa tecnica è stato
dedicato il convegno-dimostrazione “Il fuoco prescritto per la
prevenzione degli incendi boschivi”, organizzato dalla Regione Piemonte,
in collaborazione con Corpo Forestale dello Stato, Corpo Volontari
Antincendi boschivi del Piemonte e Università di Torino svoltosi il 10
ottobre a Ceva.
L'emergenza incendi verificatasi negli ultimi anni ha posto la
necessità di adottare specifiche misure di salvaguardia degli ambienti
naturali dal fuoco e di pensare a provvedimenti di carattere preventivo e
di potenziamento dei sistemi di allarme e difesa nonché di
miglioramento dell'efficienza delle strutture preposte alla prevenzione e
alla lotta degli incendi boschivi.
La proposta di legge regionale sugli incendi boschivi, presto oggetto
di discussione in Consiglio, riserva infatti un ruolo strategico alla
tecnica del fuoco prescritto quale strumento di prevenzione degli
incendi boschivi, materia su cui negli ultimi anni la Regione ha
investito in termini di risorse umane e finanziarie, considerando più
strategico ed economico investire sulla prevenzione che sui costi della
lotta attiva.
Solo nel 2012 sono stati 166 gli incendi che hanno colpito il
Piemonte, interessando 1379 ettari; da gennaio a settembre 2013 se ne
sono verificati 127 e sono stati percorsi dal fuoco 342 ettari di
superficie boscata e 237 di superficie non boscata.
L’applicazione esperta, consapevole e autorizzata del fuoco su superfici
pianificate, in precise realtà ambientali e in corrispondenza di
condizioni meteorologiche predefinite (in questo consiste il fuoco
prescritto), permetterà di comprendere i meccanismi della combustione,
studiare le diverse tipologie di incendio e le tecniche di protezione ed
estinzione cercando così di individuare il comportamento più idoneo da
adottare.
Ad entrare in azione quando i boschi delle montagne e delle colline
piemontesi sono colpiti dalle fiamme sono i volontari del Corpo
Antincendi boschivi del Piemonte, affiancati e coordinati dal Corpo
Forestale dello Stato e dai Vigili del Fuoco, anch’essi coinvolti nelle
fasi di sorveglianza del territorio, avvistamento dei focolai ed
estinzione del fuoco. Si tratta di un’impostazione unica in Italia, per
competenza territoriale ed organizzazione: 3986 sono i volontari Aib
operativi, 1767 i volontari di supporto, 242 le squadre, 485 i mezzi a
disposizione e 50 i comandi di distaccamento.
“Un’efficace pianificazione delle risorse del territorio - ha
sottolineato l’assessore alla Protezione civile, Roberto Ravello - non
può essere basata solo sul rafforzamento del dispositivo di estinzione
degli incendi, ma occorre migliorare ed intensificare le attività di
organizzazione e di prevenzione introducendo strumenti innovativi. E di
strumento metodologicamente innovativo parla infatti il nuovo disegno di
legge che conferisce alla tecnica del fuoco prescritto un ruolo
determinante, in quanto competitivo dal punto di vista economico ed
efficace in termini di impatto ecologico. Numerosissimi sono gli esperti
e gli osservatori francesi e svizzeri che hanno richiesto di
partecipare al convegno a Ceva. Stiamo pertanto valutando la possibilità
di stipulare dei protocolli d’intesa che prevedano pratiche di mutuo
soccorso e intervento congiunto, in modo da rafforzare i rapporti di
cooperazione transfrontaliera tra i Paesi in materia di servizi
antincendio e di soccorso tecnico urgente”.
http://www.regione.piemonte.it/notizie/piemonteinforma/diario/presto-anche-in-piemonte-la-tecnica-del-fuoco-prescritto.html
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