Il neo assessore: “Un’impresa riuscire a far quadrare il bilancio”
Le porte della giunta regionale si aprono a Gilberto Pichetto
Fratin.
La spinta di Roma
Il meccanismo - inchiodato dai veti incrociati delle forze della
maggioranza, sfruttati da Cota per mantenere lo status quo - ha ripreso a
cigolare dopo l’uscita di scena dell’assessore alle Attività produttive
Massimo Giordano, coinvolto nell’inchiesta della Procura di Novara, e
si è sbloccato quando Angelino Alfano, il segretario nazionale del Pdl,
ha rotto gli indugi tenendosi contro ogni previsione il posto nel
Piemonte uno.
Pichetto al Bilancio
Dentro lui, fuori Pichetto, uno dei pochi piemontesi che aveva resistito all’ondata dei «paracadutati» da Roma. Lo stesso Pichetto ora recuperato dalla terra di nessuno e mandato sulla prima linea dei disastrati conti regionali. Parliamo del Bilancio, delega oggi in capo a Giovanna Quaglia. Il che, come si evince dal breve comunicato del governatore, prelude a un valzer di deleghe: «Nei prossimi giorni provvederò a definire complessivamente gli assetti della giunta». Parte delle deleghe di Giordano potrebbero passare a Claudia Porchietto, Quaglia otterrebbe quelle di Elena Maccanti, quest’ultima - consigliera regionale oltre che vicesegretario nazionale della Lega - tornerebbe a Palazzo Lascaris. Ipotesi.
Decisivo il sì di Costa
Massima stima a Pichetto da parte di Cota e di Enrico Costa, il coordinatore regionale del Pdl: quanto basta, almeno per ora, a stendere una coperta sui mal di pancia degli «azzurri» in Consiglio, dribblati per l’ennesima volta. A essere in discussione non sarebbe la persona, ma il metodo. Non a caso, ieri i consiglieri, eccetto Pedrale e Mastrullo, hanno disertato la riunione di maggioranza sulle partecipate.
Maggioranza sulle spine
Via libera a Pichetto anche dai Fratelli d’Italia (Botta, Montaruli), che però sono decisi a difendere i loro assessori e mostrano altrettanta insofferenza per una scelta passata sopra le loro teste. «Dev’esserci stato qualche difetto di comunicazione dagli uffici del presidente», taglia corto Ghiglia. Laconico Guido Crosetto, oggetto di un breve corteggiamento da parte di Cota poi finito nel nulla: «Sarebbe ore che Cota cominciasse a condividere maggiormente decisioni e obiettivi». Puntualizzazione per puntualizzazione, anche Costa precisa che «la nostra pattuglia in giunta aumenterà di un componente». Della serie: la poltrona di Pichetto, chiamato a un ruolo anche nella gestione del partito, non andrà a discapito di altri assessori. Silenzio da Progett’Azione.
Ambasciatore per Cota
Un clima di cui Pichetto - cooptato in giunta nel quadro di un accordo nazionale Lega-Pdl, è consapevole. Vuoi per la delusione legata al mancato incarico parlamentare, vuoi per le gatte che sa di dover pelare , ha tentennato di fronte alle pressioni di Verdini e dello stesso Alfano. Ieri mattina la telefonata risolutiva, quella di Cota: «Certo, resta un po’ di amaro in bocca, ma accetto la nuova sfida sapendo che mettere mano ai conti non sarà una passeggiata». Di sicuro sulla scelta di Pichetto ha pesato la competenza sui temi del bilancio, e non solo quelli, riassunta nel lungo curriculum. La competenza e le buone entrature romane che Cota, bisognoso di un raccordo diretto con il nuovo Governo, aveva individuato in Crosetto. Restano i malumori nel Pdl. «Li capisco, e li condivido pure - taglia corto il nuovo assessore -. Io stesso avevo come prima opzione il Parlamento».
fonte: http://www.lastampa.it/2013/03/16/cronaca/politica/pichetto-entra-in-giunta-ma-spacca-il-pdl-cota-via-al-rimpasto-SktXsMxGv8BmglyjIW3zMO/pagina.html
Pichetto al Bilancio
Dentro lui, fuori Pichetto, uno dei pochi piemontesi che aveva resistito all’ondata dei «paracadutati» da Roma. Lo stesso Pichetto ora recuperato dalla terra di nessuno e mandato sulla prima linea dei disastrati conti regionali. Parliamo del Bilancio, delega oggi in capo a Giovanna Quaglia. Il che, come si evince dal breve comunicato del governatore, prelude a un valzer di deleghe: «Nei prossimi giorni provvederò a definire complessivamente gli assetti della giunta». Parte delle deleghe di Giordano potrebbero passare a Claudia Porchietto, Quaglia otterrebbe quelle di Elena Maccanti, quest’ultima - consigliera regionale oltre che vicesegretario nazionale della Lega - tornerebbe a Palazzo Lascaris. Ipotesi.
Decisivo il sì di Costa
Massima stima a Pichetto da parte di Cota e di Enrico Costa, il coordinatore regionale del Pdl: quanto basta, almeno per ora, a stendere una coperta sui mal di pancia degli «azzurri» in Consiglio, dribblati per l’ennesima volta. A essere in discussione non sarebbe la persona, ma il metodo. Non a caso, ieri i consiglieri, eccetto Pedrale e Mastrullo, hanno disertato la riunione di maggioranza sulle partecipate.
Maggioranza sulle spine
Via libera a Pichetto anche dai Fratelli d’Italia (Botta, Montaruli), che però sono decisi a difendere i loro assessori e mostrano altrettanta insofferenza per una scelta passata sopra le loro teste. «Dev’esserci stato qualche difetto di comunicazione dagli uffici del presidente», taglia corto Ghiglia. Laconico Guido Crosetto, oggetto di un breve corteggiamento da parte di Cota poi finito nel nulla: «Sarebbe ore che Cota cominciasse a condividere maggiormente decisioni e obiettivi». Puntualizzazione per puntualizzazione, anche Costa precisa che «la nostra pattuglia in giunta aumenterà di un componente». Della serie: la poltrona di Pichetto, chiamato a un ruolo anche nella gestione del partito, non andrà a discapito di altri assessori. Silenzio da Progett’Azione.
Ambasciatore per Cota
Un clima di cui Pichetto - cooptato in giunta nel quadro di un accordo nazionale Lega-Pdl, è consapevole. Vuoi per la delusione legata al mancato incarico parlamentare, vuoi per le gatte che sa di dover pelare , ha tentennato di fronte alle pressioni di Verdini e dello stesso Alfano. Ieri mattina la telefonata risolutiva, quella di Cota: «Certo, resta un po’ di amaro in bocca, ma accetto la nuova sfida sapendo che mettere mano ai conti non sarà una passeggiata». Di sicuro sulla scelta di Pichetto ha pesato la competenza sui temi del bilancio, e non solo quelli, riassunta nel lungo curriculum. La competenza e le buone entrature romane che Cota, bisognoso di un raccordo diretto con il nuovo Governo, aveva individuato in Crosetto. Restano i malumori nel Pdl. «Li capisco, e li condivido pure - taglia corto il nuovo assessore -. Io stesso avevo come prima opzione il Parlamento».
fonte: http://www.lastampa.it/2013/03/16/cronaca/politica/pichetto-entra-in-giunta-ma-spacca-il-pdl-cota-via-al-rimpasto-SktXsMxGv8BmglyjIW3zMO/pagina.html
Nessun commento:
Posta un commento