lunedì 18 marzo 2013

Regione, altri 200 milioni di tagli Salvi solo stipendi e assistenza



Per recuperare la cifra si dovrà ridurre di almeno un terzo ogni voce di spesa
Forse non è ancora arrivata l’ora dell’Armageddon ma è chiaro che dall’esito della missione romana di Roberto Cota e del suo vice, Ugo Cavallera, dipenderà il futuro del governo di centrodestra e della regione Piemonte. Ammesso e non concesso che il confronto con il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, vada a buon fine la giunta regionale dovrà comunque trovare il modo di recuperare almeno 150/200 milioni è non potrà che farlo riducendo ulteriormente le spese, in media un terzo per ogni voce di spesa.

Non ci sono alternative: «Fare le riforme con un debito abnorme come quello che abbiamo ereditato e in più con i tagli da Roma non è affatto semplice», ha spiegato Cota intervistato da radio Italia 1. Lunedì notte, la lunga maratona della giunta si è conclusa con la scelta di salvaguardare le spese obbligatorie, stipendi dei dipendenti regionali e degli enti collegati, mutui e il socio-assistenziale.

Gli altri settori, dalla cultura al Turismo al commercio saranno chiamati a fare sacrifici «lacrime e sangue». Ma probabilmente i tagli non saranno sufficienti e così l’assessore al Bilancio, Giovanna Quaglia, ha preparato un pacchetto di ulteriori tagli che vanno dalla liquidazione dell’Ires, l’istituto di ricerca sociale (costa all’incirca 4 milioni) alla cessione delle quote nel Centro per l’internazionalizzazione (1,8milioni) e altre operazioni di razionalizzazione sulla gestione dei parchi e del personale delle comunità montane.
Ma la condizione sine qua non per cercare di portare a casa questa operazione di «sopravvivenza» è che strappare il sì del governo. Per chiudere in pareggio il bilancio di previsione del 2013 mancano infatti almeno 450 milioni e la giunta conta di portarne a casa 300 dallo svincolo di una parte dei fondi Fas da utilizzare su sanità e trasporti. Il governatore chiederà al ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, di dare l’autorizzazione per riprogrammare quei fondi così come Palazzo Chigi ha dato il via libera a Campania e Lazio.

Ma la giunta Cota va a Roma anche per capire se ci sono i margini per un piano di intervento straordinario che dovrebbe anche includere la possibilità di un intervento economico da parte della Cassa depositi e prestiti fino alla nomina di una serie di commissari ad acta per i settori dove è più pesante la situazione debitoria. Sullo sfondo la richiesta al governo di saldare i debiti con il Piemonte: «Abbiamo crediti per un miliardo e quelle risorse sarebbero sufficienti per sistemare i cosiddetti problemi di cassa», ha spiegato Cota commentando la relazione d’apertura dell’anno giudiziario della Corte dei Conti.

Questa mattina l’assessore al Bilancio incontrerà i capigruppo per spiegare le scelte della giunta. Ieri il capogruppo del Pd, Aldo Reschigna, ha bocciato senza esitazione la proposta di utilizzare i fondi Fas: «In un momento di crisi come questo sarebbe assurdo sottrarre risorse per gli investimenti e lo sviluppo che possono trovare il co-finanziamento degli enti locali e dei privati». Secondo il Pd «la cifra per raggiungere il pareggio di bilancio è superiore a quella dichiarata dalla giunta. Non ci convince la situazione dei residui attivi e passivi e la decisione di considerare utili per 600 milioni derivanti da operazioni sui fondi immobiliari». E Monica Cerutti (Sel), aggiunge: «La Regione prima dei fondi cultura ci dica quali consulenze intende tagliare».
 fonte: http://www.lastampa.it/2013/03/13/cronaca/politica/regione-altri-milioni-di-tagli-salvi-solo-stipendi-e-assistenza-fItWJHAdsH2CQerSvlRPvJ/pagina.html

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