giovedì 16 ottobre 2014

5 anni di tagli per rientrare



Un piano di tagli lacrime e sangue da completare in cinque anni per arrivare alla fine della legislatura a risparmiare 50 milioni l’anno sui costi della macchina Regione.
Dentro ci sono la vendita dei palazzi regionali, il taglio delle sedi decentrate dell’Arpa e la riorganizzazione del sistema delle partecipate regionali. In cambio di questa manovra il Piemonte chiederà l’intervento straordinario del governo per ottenere la rateizzazione di un debito di 2 miliardi
(450 euro a testa per ogni piemontese, neonati compresi) e anche un’interpretazione autentica sull’uso delle anticipazioni della legge 35, lo sblocca crediti. L’intervento del governo è vitale per il futuro del
Piemonte perché «i fondi liberi, il netto di quelli che serviranno per coprire le spese obbligatorie sono 70 milioni». E questo vuol dire non avere i soldi «per pagare le politiche sociali, il diritto allo studio, le
politiche culturali e quelle di welfare», spiegaReschigna. E se «laRegione «chiude il rubinetto (nel bilancio 2014 l’ammontare dei fondi liberi era di 500milioni) sono a rischio centinaia di posti di lavoro
negli enti strumentali dal Csi all’Arpa, dai forestali alla galassia di Finpiemonte », prosegue il numero 2 della giunta Chiamparino. In tutto si tratta di circa 4.000 persone e non è un caso che una parte degli interventi messi a punto dalla giunta riguarda anche la riorganizzazione di questa galassia.

Responsabilità e conflitto
Il vicepresidente della Giunta l’ha messa giù così: «Dobbiamo reagire: le alternative sono licenziare i dipendenti, aumentare le tasse alle stelle ostare fermi e tenere in piedi la Regione solo per pagare stipendi e struttura». E la reazione consiste nella decisione di «governare il sistema varando una
riforma radicale dellaRegione».
«Una riforma tanto forte - spiegaReschigna - chenonmancherà di creare grandi conflittualità». Da qui l’appello al senso di responsabilità dell’opposizione ma anchedei sindacati (gli autonomi del Csa sono già sul piede di guerra): «Nonmi permetto di giudicare il passatoma dico che quel passato non siamo più in grado di reggerlo».

Nuove criticitàdibilancio
Che cosa è successo? La corte dei conti ha parificato il rendiconto di bilancio 2013 con un saldo negativo di 2,5 miliardi.
Anche in questo caso l’intervento del governo è vitale perchè il Piemonte chiede un’interpretazione
autentica sull’uso dei fondi della legge 35 che dovrebbe riconoscere la bontà dell’iscrizione a bilancio
di quelle anticipazioni, di fatto dettate dal ministero delle Finanze.
Se così fosse il debito scenderebbe sotto quota un miliardo a cui si dovrebbero aggiungere i 670 milioni di fondi statali da reimpostare e almeno 750 milioni derivante dalla ricognizione sulla contabilizzazione
dei residui attivi e passivi del passato. In tutto fa due miliardi che diventeranno oggetto della trattativa con il governo per ottenere il «salva Piemonte». E questa la cifra su cui sta ragionando la giunta
Chiamparino convinta che l’interpretazione del governo dovrebbe superare le osservazioni che hanno spinto la sezione di controllo della Corte dei Conti ad impugnare i documenti contabili di fronte alla
Corte Costituzionale. Se risultasse valida la chiave di lettura dei giudici contabili il buco arriverebbe a 7,5 miliardi, cioè 1690 per ciascun piemontese, anche qui neonati compresi.

Solo le entrate esigibili
Reschigna ha spiegato che «ad oggi la regione non è in grado di presentare un bilancio con garanzie di pareggio a meno che non si voglia alterarlo nelle entrate», spiega ancora Reschigna.
Questo vuol dire, ad esempio, cancellare 100 milioni di introiti da Finpiemonte o gli 80 derivanti dalle entrate delle alienazioni perché «non sono esigibili». Se questa è la strada imboccata allora «il bilancio
conterrà dei conti drammatici ma abbiamo deciso di affrontarli in questa legislatura senza rinviarli al futuro e senza pesare ulteriormente sulle nuove generazioni».
Una linea condivisa dai vertici del centrosinistra (Gariglio per il pd, Grimaldi di Sel e Portas dei Moderati) che hanno partecipato alla conferenza stampa di Reschigna.

fonte La Stampa

3 commenti:

  1. «Dobbiamo reagire: le alternative sono licenziare i dipendenti, aumentare le tasse alle stelle o stare fermi e tenere in piedi la Regione solo per pagare stipendi e struttura»

    http://tinyurl.com/mxvs8na

    FF

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  2. Colleghi, aprite il link segnalato da FF
    è un file pdf...marita un'occhiata a fronte di ciò che lo stesso FF evidenzia nell'articolo. Pazzesco!

    http://tinyurl.com/mxvs8na

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  3. http://tinyurl.com/n3y6bhp

    FF

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